Presso il Lago d’Averno, l’antro della Sibilla Cumana attendeva…
La Sibilla Cumana, di fianco a Pizia, l’Oracolo di Delphi, è uno degli oracoli più famosi della storia. Sacerdotessa di Apollo, la Sibilla Cumana, emanava i propri oracoli presso il lago d’Averno.
Presso la caverna conosciuta come l’antro della Sibilla, venivano svolti gli oracoli, scritti in esametri su pergamena o foglie di palma. Con le folate di vento i vaticini, così si chiamano gli oracoli scritti, venivano mescolati e il richiedente doveva sceglierne uno. Le sibille Cumane più famose sono Amaltea, Demofila ed Appenninica, delle quali si hanno narrazioni in molti testi antichi. Anche Virgilio, nell’Eneide, racconta della Sibilla Cumana e la chiama Deifobe di Glauco.
La leggenda d’amore tra la Sibilla Cumana e il Dio Apollo
Apollo innamorato di lei le offrì qualsiasi cosa purché ella diventasse la sua sacerdotessa, ed ella gli chiese l’immortalità. Ma si dimenticò di chiedere la giovinezza e, quindi, invecchiò sempre più finché, addirittura, il corpo divenne piccolo e consumato come quello di una cicala. Così decisero di metterla in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché il corpo non scomparve e rimase solo la voce. Apollo comunque le diede una possibilità: se lei fosse diventata completamente sua, egli le avrebbe dato la giovinezza. Però ella, per non rinunciare alla sua castità, decise di rifiutare